A Natale siamo davvero tutti più buoni?

La teoria prescrive di essere "tutti più buoni” a Natale. Probabilmente, “a Natale siamo tutti più buoni” è anche tra i modi di dire più abusati.

Diventiamo davvero, in qualche modo, più buoni, o si tratta di manifestazioni di facciata, puramente (o primariamente) esteriori?

Questa piacevole sensazione, o questa forma di obbligo/dovere (secondo i punti di vista) deriva da una complessa combinazione di fattori culturali, sociali e psicologici:

Tradizioni culturali

Il Natale è profondamente legato ai valori cristiani di carità, amore e perdono. Anche per chi non è religioso, questi valori si sono radicati culturalmente, diventando un simbolo del periodo.

Le narrazioni natalizie, dai racconti di Charles Dickens come A Christmas Carol, fino ai film contemporanei, ci spingono a riflettere sul valore della gentilezza e sulla possibilità e volontà di redenzione.

Spirito di comunità

Le festività sono anche un momento di pausa, dove c’è più tempo per stare insieme, per riconnettersi con familiari e amici. Questo rafforza l'idea di solidarietà e unione.

Eventi come raccolte benefiche e attività comunitarie durante il periodo natalizio aumentano il senso di partecipazione e generosità.

Atmosfera emotiva

L'atmosfera natalizia – luci, decorazioni, musica – stimola emozioni positive che possono indurre comportamenti più altruisti.

La nostalgia e il ricordo dei Natali passati riportano alla mente momenti di amore e calore, motivando e amplificando la volontà di dare sfogo a questi sentimenti positivi..

un abbraccio tra le luci del Natale

Psicologia della reciprocità

Il Natale è anche il momento dello scambio di regali, che rafforza la reciprocità e il desiderio di essere gentili con gli altri.

Sentire che gli altri sono più generosi o gentili può stimolare un comportamento simile.

Bisogno di redenzione o "pausa" dalla routine

Molte persone vedono il Natale come un’occasione per fare pace con se stesse e con gli altri, compensando eventuali tensioni o colpe accumulate durante l’anno.

È un periodo in cui ci si concede una tregua dallo stress quotidiano, cercando di concentrarsi su ciò che conta davvero.

il "classico" gattino

Influenza della società e dei media

Film, pubblicità e storie natalizie rafforzano il messaggio di bontà e altruismo e creano aspettative sociali che molti cercano di soddisfare.

Nella home page del nostro sito, una delle frasi chiave è che ognuno di noi è in grado di decidere, in qualunque momento, di riempire di significati positivi la propria esperienza di vita.

Se cerchiamo su Google, letteralmente, “a Natale siamo davvero tutti più buoni” nei risultati escono, inevitabilmente (e correttamente), pagine dedicate alla raccolta fondi e alla solidarietà, ma anche molti articoli che riflettono, come dicevamo all’inizio, sull’autenticità di questa affermazione.

Da quando si è iniziato a parlare di “consumismo” si dice anche che ormai la magia del Natale non sia più quella di una volta. Per molti è diventata una festa convenzionale, una corsa agli ultimi regali, che può addirittura innescare più stress che sentimenti positivi.

Studi e ricerche

Eppure, il 66% degli italiani ama profondamente le tradizioni natalizie, secondo una ricerca globale condotta da Klarna, leader nei servizi di pagamento, bancari e di shopping.

Uno studio, che ha coinvolto 18.000 consumatori in 18 Paesi, ed ha analizzato come le persone affrontano le festività natalizie.

Ha identificato cinque diverse "personalità delle Feste": Entusiasti, Maestri delle Feste, Aggregatori, Pragmatici e Indifferenti.

In Italia, oltre la metà degli intervistati (66%) si è dichiarata amante delle tradizioni natalizie, mentre solo l'8% si è definito "Indifferente" al fascino delle Feste.

Secondo un’altra ricerca "Seasonal Social Preferences” di Mathias Philip Ekström, professore universitario di Stoccolma il Natale è davvero il momento in cui ci si aspetta che agiamo altruisticamente per il benessere degli altri.

Secondo la ricerca. Il Natale, infatti, è la stagione in cui si spendono più soldi per la famiglia e gli amici, ma anche per comportarsi in modo altruistico nei confronti degli estranei.

Nella sua ricerca si evidenzia come il mese di dicembre si registri un aumento delle donazioni benefiche del 18%.

Un’altra interessante lettura sul significato del Natale viene dalla pubblicazione periodica de “Il Post” dal titolo “Cose Spiegate Bene”. Quello dedicato al Natale è il numero del 2023, ma notoriamente (altra frase celebre), il Natale, quando arriva, arriva.

Contiene una riflessione, non convenzionale, proprio sulla “nostra” frase “a Natale siamo tutti più buoni".

“Ora accantonate subito quel pensiero cinico e scettico, non perché non abbia fondamento, ma proprio per provare a corrispondere alla frase; e guardate il dettaglio. Dice ‘siamo tutti più buoni’, implicando che fossimo buoni anche il resto dell’anno, ma a Natale di più? Un miglioramento di una condizione che era già ammirevole. Oppure al contrario, significa che a Natale ci limitiamo ad aumentare il nostro tasso di bontà, ma non è che questo necessariamente ci renda molto buoni. Da zero a dieci prima eravamo buoni zero, e a Natale siamo buoni uno: più buoni, innegabilmente, ma sempre pessimi.

In entrambi i casi, sarebbe poi apprezzabile essere più buoni – migliori, quindi – solo in un così breve periodo dell’anno?

Non dimostrerebbe piuttosto una micragnosità di impegno, una potenzialità accessibile e trascurata, rinunciata, di essere migliori sempre? (che a sua volta genererebbe delle contraddizioni: se si è migliori sempre non c’è più niente di cui si è migliori, almeno niente di reale).

Il complemento della frase sarebbe, in questa lettura, ‘il resto dell’anno siamo tutti meno buoni’.”

Auguri a tutti

Il Natale – superato solo da alcuni concerti pop, dai mondiali di calcio e poco altro – è uno dei rari contesti in cui siamo, finora, riusciti a conservare un approccio non divisivo e partigiano, malgrado alcuni gli immancabile tentativi di navigare in senso opposto.

Sicuramente alcuni di noi conservano ataviche insofferenze verso una quota di pratiche natalizie, e una certa propaganda ha preteso di fare del Natale un’occasione di aizzamento e vittimismo, inventandosi che fosse in corso un “attacco al Natale”.

Diciamo comunque che, tutto sommato il Natale se la cava ancora bene: per questo lo festeggeremo assieme, incontrandoci il 21 dicembre presso l’oratorio del Cambonino, grazie alla disponibilità del Parroco, Don Paolo Arienti, che ci ha offerto uno spazio dove vivere un “agape”, un momento di amicizia e di condivisione, tra noi volontari.

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